San Paolo 2017: convertiAMO Palermo – L’esperienza dei Clan della Zona Conza d’Oro
Gli scout ridono e cantano. Gli scout “vanno in montagna” e camminano molto perché “tanto ci sono abituati”. Gli scout sono pazzi perché indossano pantaloncini corti anche con la neve e sembra che la cosa non li turbi minimamente.
Ma, cosa ancor più assurda di tutte, gli scout sono anche cittadini normali con dei desideri e delle speranze! …E chi l’avrebbe mai detto?
Ebbene, Nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 febbraio, i più grandi fra questi buffi e temerari alieni in camicia azzurra di tutta Palermo (e un po’ di più) sono stati impegnati in una vera attività di rinascita della nostra città; in giro per i meandri più diroccati e desueti della nostra città, con un unico desiderio unanime: il cambiamento.
Infatti tutti i rover e le scolte della zona conca d’oro, divisi in clan di formazione, nell’occasione del “San Paolo” del corrente anno, hanno provato a portare vita e speranza laddove molto spesso una luce non c’è e rimane solo una flebile speranza.
Da un lato, a Ballarò e all’Albergheria mentre alcuni si rimboccavano le maniche per lasciare piazza mediterraneo (e dintorni) un po’ migliore di come l’avevano trovata, altri si occupavano di sistemare e preparare vestiti e giocattoli al centro “Il giardino di madre Teresa”, per quelle persone del quartiere che ne hanno bisogno.
Nel frattempo, da un’altra parte della città, si sentivano le risate dei bambini del quartiere ZEN, che tra un gioco e un addizione, facevano amicizia con questi strani ragazzi con un fazzolettone al collo, che erano lì solo per loro, per regalare loro del tempo e dei sorrisi, pronti a servire e non a servirsi.
Dal quartiere Guadagna, invece, giunge un certo odore pungente di vernice… ed infatti è proprio così! Al centro “Arcobaleno 3P” infatti, dopo aver ascoltato in prima persona i racconti di miseria in cui riversa il posto,un altro gruppo di rover e scolte armati fino ai denti di “spatoline” e rulli da pittura, hanno ridato luce ad uno dei locali del suddetto centro, destinato ad accogliere donne vittime della strada.
Spostando invece il naso un po’ più sopra, verso le montagne, era possibile vedere un altro gruppo di rover e scolte prendersi cura del centro per immigrati “Skliza”, a Piana degli Albanesi; lì i ragazzi si sono impegnati ad alleviare il lavoro dei volontari, dando una mano in mensa e ridonando un po’ di sistemazione al cortile della struttura.
Riscendendo poi di nuovo verso la città, si sentivano gli schiamazzi di altri bambini, erano questa volta i bambini del quartiere Oreto! Anche lì si Giocava e magari si faceva qualche compito con i rover e le scolte giunti in quel quartiere a donare non solo dei sorrisi a quei bambini, ma anche un aiuto alla mensa di Biagio Conte.
A contornare tutto questo giardino umanitario, i ragazzi dei noviziati facevano strada e mentre si allontanavano dalla città, pensavano a ciò che stavano lasciando alle loro spalle e riflettevano su un’alternativa, su una possibilità, una motivazione, un’idea. Pensavano a come migliorare loro stessi e la loro città. Perche è questo che si fa quando si ama veramente qualcosa. Perché è troppo facile voltare le spalle. Noi invece le mani ce le vogliamo sporcare!
E così, mentre penso un po’ alla mia città, ripenso a quello che è stato fatto in così poco tempo. Ai sorrisi donati e all’aiuto prestato. Alle cose imparate e a quelle insegnate.
Ripenso ai meandri della mia città, tutto porto e sole, che amo ma che in fondo non conoscevo così bene come pensavo.
Penso a questa città e mi chiedo, allora :“se in così poco tempo, questi scout hanno fatto così tanto “scrusciu”, allora cosa si potrebbe fare in un po’più di tempo? quante altre cose si potrebbero fare e quante altre potrebbero migliorare?” …se imparassimo a guardare anche un po’ più fuori dai nostri nasi!
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla” disse Paolo Borsellino.
Dunque Gli scout, sì, ridono e cantano, gli scout camminano…e tanto anche! Ma c’è anche una cosa molto semplice che gli scout sono: Gli scout sono cittadini; cittadini come te, come voi, come tutti; e come tutti hanno il desiderio di far nascere fiori in questa terra così bella ma un po’ imbruttita. Si comincia dalle piccole cose, da quelle più nascoste. Si comincia da noi stessi anche.
Ecco, questo è un “per esempio” di ciò che è la nostra città e di come la si cerca di migliorare a piccoli passi, camminando per mano con questa vecchia signora che è Palermo.
Ma forse…forse è anche un buon inizio!
Sofia Matera, Scolta del Pa 8
Redazione Zona Conca d’Oro
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