Vittime senza voce
Vittime senza voce
Una Call to Action per la società
Eccoci qua con un nuovo articolo!
Oggi, seguendo sempre il progetto di zona, abbiamo deciso di affrontare il tema legato al bullismo e al cyberbullismo.
Il bullismo rappresenta un fenomeno complesso e sempre più diffuso nella società contemporanea, con ripercussioni sul benessere psicologico e emotivo delle persone coinvolte, soprattutto degli adolescenti. Questo comportamento, che può manifestarsi in varie forme e contesti, ha attirato l’attenzione di molti educatori, genitori, per le sue conseguenze negative a lungo termine.
Le dinamiche del bullismo spesso coinvolgono un disequilibrio di potere, con il bullo che utilizza la forza fisica, verbale o psicologica per intimidire la vittima. Le conseguenze possono essere devastanti, portando a bassa autostima, ansia, depressione e talvolta persino al suicidio nelle situazioni più gravi.
Negli ultimi anni, con la tecnologia e i social media, il bullismo ha assunto una nuova forma: il cyberbullismo.
Questa modalità di bullismo avviene attraverso l’uso di internet, dei social network, dei messaggi e di altre piattaforme digitali. Il cyberbullismo amplifica il problema del bullismo, consentendo ai bulli di agire in modo anonimo e di diffondere messaggi offensivi o minacce in poco tempo.
I commenti denigratori, le immagini umilianti e le minacce online possono avere un impatto molto pesante sulla salute mentale e sulle relazioni sociali delle vittime, creando intorno al soggetto sofferenza e obbligandolo ad isolarsi.
È fondamentale dunque promuovere una cultura del rispetto, dell’inclusione e della consapevolezza digitale, educando le persone su come riconoscere, prevenire e affrontare queste forme di violenza, partendo anche da chi è adulto.
Il bullismo e il cyber-bullismo richiedono azioni concrete e collaborative per proteggere la dignità e il benessere di tutti. Solo attraverso un impegno condiviso possiamo costruire un ambiente sicuro e rispettoso per le generazioni future.
Una delle principali cause per la quale questo fenomeno è in crescita esponenziale è anche l’accesso precoce ad internet da parte di bambini che, privi di supervisione, si sentono liberi di poter dire qualunque cosa in un commento, senza pensare a chi sta dall’altra parte dello schermo.
Basti pensare al fatto che in Italia più del 75% dei bambini di età compresa tra gli undici e i tredici anni utilizza tutti i giorni lo smartphone, dalle cinque alle sette ore al giorno, facendo di questo dispositivo un vero e proprio mondo all’interno del quale poter dire e fare tutto ciò che si vuole, senza aver paura delle conseguenze e nascondendosi dietro ad un nickname e uno schermo.
Questa dimensione, a differenza del bullismo fisico, priva la vittima di sottrarsi alle vessazioni in quanto lo smartphone trascende i limiti spaziali e temporali, rendendo così la vittima vulnerabile in qualsiasi momento e dovunque essa si trovi.
È quindi necessario porre dei limiti e delle leggi che tutelino legalmente l’utente vittima di denigrazione, così che possa sentirsi libera e sicura di vivere la propria “vita virtuale”.
Educazione, sensibilizzazione e intervento sono fondamentali per creare comunità più sicure e accoglienti per tutti. Dobbiamo incoraggiare la gentilezza, la compassione e il rispetto reciproco, sia nella vita reale che online. Solo attraverso uno sforzo collettivo e continuo possiamo sperare di porre fine al flagello del bullismo e del cyberbullismo e creare un mondo in cui ognuno possa sentirsi al sicuro, rispettato e amato.