La Promessa Scout
Se indossi i pantaloni corti, la camicia azzurra e il fazzolettone, cammini con lo zaino per sentieri, stai in cerchio a cantare e fare gesti strani per la gente comune sei uno scout. Ma chi ha vissuto personalmente l’esperienza sa che questo non basta. Se non hai preso l’impegno della Promessa non potrai mai essere uno scout! Una volta scout, sempre scout? Si. Se la Promessa è arrivata al cuore non ha scadenza. In missione o in route per paesi e sentieri potrai incontrare qualcuno, magari con tutti i capelli bianchi, che ti saluterà con le tre dita tese e il pollice che aiuta il mignolo a formare un cerchio. Basterà un sorriso per sentirsi fratelli. Anche quando non indosserai più l’uniforme, non scalerai più sentieri, non cucinerai più con il fornellino il tuo impegno sarà sempre lì dentro di te a ricordarti quel momento.
Come scordare la Veglia e poi le gambe incerte mentre davanti ai capi la voce tremante recitava:
“Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio:
– per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese;
– per aiutare gli altri in ogni circostanza;
– per osservare la Legge scout”.
Subito dopo, per la prima volta il saluto da scout a fratelli scout con gli occhi lucidi e gli sguardi compiaciuti. Così ha inizio la Promessa della vita.
“Con l’aiuto di Dio”
Di fronte ad un impegno così importante lo scout sa che in alcuni momenti dovrà ricorrere a Dio. Cioè affidarsi alla Speranza della Fede, che non è l’ottimismo, ma la certezza della Provvidenza. Un incontro inatteso, un rifugio non previsto, una “Parola” appropriata, una mano tesa possono essere le manifestazioni del Suo aiuto. Lo scout non vive in funzione o in attesa dell’intervento divino ma sa che può contare sull’ infinità bontà del Padre.
“prometto sul mio onore”
La cosa più importante per uno scout è la dignità. Il riconoscersi ed essere riconosciuto come persona onorabile, che rispetta e merita rispetto; che conduce la propria vita nella testimonianza quotidiana dei valori che l’esperienza scout gli ha fatto scegliere. “Sia il tuo parlare: Si, si. No, no”. L’impegno preso o ricevuto per lo scout è assunzione di responsabilità piena, senza se e senza ma. Chi gli sta accanto percepisce che può fidarsi ed anche senza la camicia azzurra ed il fazzolettone al collo gli capita di sentirsi dire: “Ma tu sei scout?”
“di fare del mio meglio”
Lo scout è consapevole che non sempre potrà raggiungere ciò per cui si è impegnato. Il risultato della sua azione è importante ma lo è ancor di più l’amore, l’attenzione, lo spirito e la cura con cui ha cercato di conseguire l’obiettivo. “Del mio meglio!”, che è l’impegno insegnato ai lupetti – che vale per ogni scout – implica un dinamismo, l’esortazione a saper fare sempre meglio. Nell’esame della sua vita lo scout impara a dare più valore al “suo meglio” fatto che al successo ottenuto.
“per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese”
Il senso del dovere racchiude in se il riconoscersi “debitori” nei confronti di qualcuno. Non si tratta di obbligo ma di consapevolezza morale. Lo scout, infinitamente grato dei doni ricevuti, è animato dal desiderio di riconoscenza nei confronti del suo “Creatore” e della “Terra” che lo accoglie. E lo fa con il suo stile di ricerca, di cura, di attenzione, di riflessione e di azione. Una croce in cima ad un monte, un anziano accudito, una fronte ripulita, una preghiera per un malato, un diritto difeso possono essere le tracce di “dovere” lasciate dallo scout.
“per aiutare gli altri in ogni circostanza”
Lo scout, guidato dall’insegnamento di B.P. – per essere felici bisogna far felici gli altri -, si impegna perché nella sua vita non manchi mai la Buona Azione quotidiana. Innamorato delle parole di Gesù – ama il prossimo tuo come te stesso –, vive la sua vita con spirito di Servizio; non come un dovere ma come una vocazione. Lo scout sperimenta quotidianamente l’”Estote parati” in ogni condizione di età, luogo, salute, malattia, ricchezza, povertà.
“per osservare la Legge scout”
Sono i dieci articoli scolpiti nella mente di ogni scout. Un decalogo non fatto di avvertimenti, di divieti, di proibizioni ma che pone stimoli, obbiettivi e sfide. Qualità e caratteristiche che ogni scout si sforza di raggiungere e di rispettare anche quando ormai il suo fazzolettone è solo posto li a vista nella sua stanza a ricordarglielo. L’osservanza della Legge per lo scout non è una costrizione ma l’orgoglio di sentirsi testimone di uno stile di vita.
Guido Speciale (Palermo 15)
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