Diario del Tirocinante #3
“Dov’è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore.” (Mt. 6,21)
Lo ammetto, credo fermamente che il bosco della Ficuzza sia un luogo magico. Sarà per l’aria che si respira tra la sua vegetazione, per il sole che accompagna la strada, per il senso di pace che si prova inoltrandosi nei i suoi sentieri, o semplicemente e soprattutto per le esperienze e le persone che rendono indimenticabile il viaggio.
Questa volta il punto d’incontro è fuori la città, immerso nel silenzio e nella meraviglia del bosco, segno che si parlerà meno e si camminerà di più. In pattuglie ci prestiamo a vivere una competizione in sano spirito “Challenge”. Tra prove di abilità manuale, trappeur, espressiva e coordinazione, che permettetemi di dirlo, tanto coordinati non ci ha visti, ci mettiamo in strada verso la Base Massariotta, altro posto ricco di storia e bellezza, nel quale è difficile non costruire dolci ricordi.
Con cartina in mano, bussola e tanta voglia di non perderci, assaporiamo fino in fondo il gusto di fare strada, condividendo, conoscendo i nostri compagni e disperandoci per le prove che durante il cammino dovremo affrontare, come la realizzazione di un Fornello a Pirolisi, o un modello di costruzione resistente anche agli aggraziati accorgimenti strutturali di Davide, che chiaramente non siamo stati in grado di costruire a dovere.
Dopo la Santa Messa, vissuta con i nostri fratelli FSE ed una cena in comunità ci aspetta,forse, il momento più bello e trasportante della giornata. Davanti ad un fuoco scoppiettante ed un cielo stellato, una traccia ci accompagna lungo i sentieri della Val Codera, per scoprire e seguire le orme delle Aquile Randagie, impegnate in una delle imprese più grandi dello scoutismo italiano.
Domenica la sveglia suona presto, dopo una veloce colazione e ci apprestiamo a vivere il momento di formazione. Tra esperienza – simbolo – concetto, intenzionalità educativa, esperienze e condivisioni, una sola parola spicca fra tutte: Coraggio! Coraggio di trovarsi li, di spenderci per i nostri ragazzi, di metterci in gioco ed essere sempre propensi ad apprendere e migliorarci per loro.
Chi pensava che qualcosa cominciato per gioco, si sarebbe trasformato in così tanto amore impossibile da contenere in un paio di scarponi.
Beatrice Ganci – Tirocinante del Palermo 1